Il più significativo della civiltà italica della Campania

Territorio

La città di Capua

La città di Capua antica, oggi Santa Maria Capua Vetere, fu distrutta nell’anno 840 ad opera dei Saraceni. I sopravvissuti a tali barbarie si rifugiarono sul monte Palombara nei pressi dell’attuale insediamento di Triflisco, dove vi era una roccaforte nominata Sicopoli.
Anche questa località non ebbe sorte favorevole e, alla sua distruzione, i superstiti ripararono nel sito denominato Casilinium, porto fluviale della Capua antica e qui, ritenendo il luogo particolarmente adatto ad ospitarli data la sua conformazione naturalmente votata alla difesa, nell’856 fondarono l’attuale Capua.
La nuova città per volere del vescovo Landolfo e del conte Landone, entrambi figli dell’ultimo conte longobardo della Capua antica, nasceva e si sviluppa secondo una connotazione di tipo prevalentemente difensivo, il tutto accentuato dalla naturale orografia del sito.


In questa prima fase della sua storia, che abbraccia oltre due secoli (856 – 1062) e che può definirsi età longobarda, la città conobbe un periodo di espansione nel quale affermò la sua indipendenza religiosa, politica e militare. Infatti, nell’882 la sua Diocesi si staccò da quella di Capua antica e divenne Principato indipendente, sotto la guida di Atenolfo I, agli inizi del 900. Raggiunse il suo apogeo con Pandolfo I Capodiferro che riunì tutti i domini della Longobardia Minor e ottenne l’elevazione ad Arcidiocesi Metropolitana. E’ ascrivibile a questo periodo la costruzione della cattedrale dei SS. Stefano ed Agata, la Chiesa di S. Marcello Maggiore, ritenta la più antica di Capua, le tre Cappelle ad curtim: S. Salvatore, S. Michele e S. Giovanni, la Chiesa dei SS. Rufo e Carponio, il Convento di S. Maria delle Dame Monache e la Chiesa di S. Salvatore Piccolo.Nel 1087 sotto Riccardo I Conte di Aversa, in pieno periodo normanno, la città divenne sede del Conclave per l’elezione al Soglio Pontificio di Vittore III. In questa fase si dotò di insediamenti rappresentativi, quali complessi religiosi, caserme e ospedali, adibiti ad ospitare i cavalieri di ritorno dalle Crociate.
In questo periodo presero avvio numerose opere di architettura religiosa e militare tra cui la costruzione della Basilica di S. Angelo in Formis per iniziativa dell’abate Desiderio da Montecassino e del Castello delle Pietre.


Nel periodo di dominazione Sveva, per volere di Federico II di Svevia, prese avvio la costruzione del Castello a ridosso del ponte Casilino dotato di una magnifica porta monumentale posta a confine con i domini papali. In seguito si svilupparono insediamenti periferici fuori dalla cinta urbana, come i borghi rurali di S. Antonio Abate, S. Terenziano e S. Giovani Gerosolimitano.
Con l’avvento della dinastia angioina ricevettero notevole impulso opere di edilizia religiosa e civile all’interno del perimetro urbano. Da segnalare la fondazione di alcune tra le Chiese più belle della città tra cui S. Eligio, l’Annunziata, S. Martino alla Giudea, S. Domenico, S. Caterina e di pregevoli palazzi tra cui Palazzo Fieramosca.
Angioini e Aragonesi trasformarono la cittadina in un fiorente foro commerciale. Ma è con l’avvento degli Spagnoli e con la nascita del viceregno che la città subì profonde trasformazioni, fra le quali l’ampliamento della cinta muraria, che partiva dal Castello di Carlo V e inglobava le Torri di Federico II, e la demolizione dei borghi periferici. Non ricevette eguale sviluppo l’attività edilizia all’interno del perimetro urbano, dove si registrò la costruzione del Palazzo Pellegrino e della Chiesa della Carità.
Nel successivo periodo austriaco, protrattosi per circa tre decenni (1707 – 1734), si diede particolare impulso all’organizzazione militare della città, attraverso l’ampliamento delle fortificazioni, la riduzione delle porte di accesso al perimetro urbano e la costruzione di polveriere: essa divenne, così, una vera e propria fortezza a guardia della città di Napoli. Videro la luce numerosi palazzi patrizi, la Gran Guardia o Bivach e la nuova Chiesa di S. Giovanni delle Monache.


In età borbonica Capua accentuò la sua vocazione militare con il rafforzamento ulteriore della cinta difensiva e la trasformazione dei conventi in caserme. Nel 1818, tuttavia, la città perse progressivamente il suo ruolo di primaria importanza nell’ambito della Terra di Lavoro, in seguito allo spostamento della sede dell’Intendenza Borbonica a Caserta. Nel 1860, durante la Battaglia del Volturno, i bastioni cittadini furono usati per l’ultima volta per difendere Napoli dall’avanzata del nemico, in questo caso dell’esercito garibaldino. Durante la Seconda Guerra Mondiale, il 9 Settembre 1943, la città venne pesantemente bombardata dagli alleati: fu distrutta per circa il 75% e successivamente insignita con la Medaglia d’Oro al Valor Civile. Il motto, presente sullo stemma cittadino riassume, in poche parole, tutta la lunga storia della città: “Est Capua Regni Clavis, Crux Horrida Pravis. Capua Ab Initio Speciosa” (È Capua chiave del Regno, Croce contro i malvagi. Capua dalla nascita eccellente).

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