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Vasi

Lucerne e Candelora

Un viaggio nella storia della luce

Nella tradizione cattolica la Candelora è il giorno in cui vengono rimossi il presepe e gli addobbi natalizi. Le lucine artificiali non servono più ad esorcizzare il lato oscuro del giorno: ormai la luce avanza sul buio e le giornate si "allungano". 

Nel rito cristiano la festa celebra la Presentazione di Gesù al Tempio, 40 giorni dopo il Natale, e la Purificazione di Maria.

La benedizione delle candele evoca le parole del vecchio sacerdote Simeone che definisce Gesù bambino "luce per le genti". La festa è osservata anche dalle Chiese ortodossa e protestante e prevede che i fedeli portino le proprie candele in chiesa per la benedizione.

Anticamente questa festa veniva celebrata il 14 febbraio cioè 40 giorni dopo l'Epifania e si sovrapponeva alla festa ebraica del lucernario ed alle fiaccolate rituali dei Lupercali e dei Februalia, antichissime festività romane in cui si effettuavano riti di purificazione della città. 

Papa Gelasio I (492-496) ottenne dal Senato romano l'abolizione della festa pagana dei Lupercali, che fu sostituita dalla Candelora e nel VI secolo la ricorrenza fu anticipata al 2 febbraio.

L'uso delle candele era già conosciuto presso i Greci, gli Etruschi e i Romani che le facevano con cera d'api e fibre vegetali per gli stoppini, mka il mezzo di illuminazione più diffuso era la lucerna, in terracotta e in bronzo.

L'uso delle candele era già conosciuto presso i Greci, gli Etruschi e i Romani che le facevano con cera d'api e fibre vegetali per gli stoppini. Tuttavia le candele di cera erano considerate un lusso, per cui si utilizzavano anche candele di sego. Ma il mezzo di illuminazione più diffuso era la lucerna, in terracotta e in bronzo. Essa veniva alimentata con olii vegetali (di oliva, noce, sesamo, ricino) ma anche di pesce e minerali.

Era costituita da un serbatoio con uno o più beccucci e spesso aveva un manico. Attraverso il foro di alimentazione sul corpo il serbatoio veniva riempito di olio o grasso che bruciavano tramite uno stoppino. Gli esemplari in terracotta potevano essere realizzati al tornio, ma per la produzione in serie si utilizzavano le matrici, mentre le anse e le decorazioni a rilievo venivano applicate a mano. Spesso il disco superiore era decorato con motivi geometrici, fitomorfi o zoomorfi, con divinità, simboli, scene mitologiche, erotiche e di vita quotidiana. Venivano deposte anche nei corredi funebri, come simboli di vita e luce per il cammino del defunto verso il regno dei morti; erano anche offerte in voto alle divinità oppure utilizzate come dono augurale all'inizio dell'anno nuovo o come pegno d'amore. Le lucerne romane vengono classificate in tipi in base alle variazioni della forma, utili anche per la definizione cronologica.

Nelle collezioni esposte al pubblico del Museo Campano ci sono sia candelabri che lucerne, riconducibili ad un arco cronologico piuttosto ampio, dall'epoca classica al periodo tardoantico. Le lucerne sono di vari tipi e forme. In una vetrina della sala XII vi è anche una piccola lucerna in bronzo con scena erotica. In queste foto sono messe in evidenza lucerne di dimensioni diverse, a fiamma singola o più fiammelle, e due matrici utilizzate per la fabbricazione di esemplari molto diffusi (sale XII e XIV).

La galleria

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